I primi casi di Ebola sono comparsi a dicembre 2013 in Guinea, per poi propagarsi in Liberia e Sierra Leone con un primo picco a metà di marzo 2014, quando il virus è stato isolato, seguito da un secondo picco più grave a maggio, per poi impennarsi costantemente fino ai nostri giorni.

L’epidemia ha colpito sistemi sanitari fragili, usciti da poco da lunghi conflitti civili.

Le indagini laboratoristiche realizzate in Francia e negli Stati Uniti hanno identificato come agente patogeno causale lo Zaire EbolaVirus (EBOV) della famiglia dei Filovirus (RNA virus). Quest ’ultimo presenta elementi nucleari distinti rispetto alle forme di EBOV isolate finora. La febbre emorragica da Ebola è una malattia zoonotica. Dopo il contagio con animali infetti della foresta tropicale, in particolare pippistrelli e scimmie, la trasmissione umana avviene attraverso il contatto diretto con i liquidi biologici degli ammalati, in particolare sangue, saliva, lacrime, latt e materno, liquido seminale, feci e urine. La sintomatologia si sviluppa dopo un periodo di incubazione che varia da 2 a 21 giorni.

Il tasso di letalità, legato alla virulenza del virus, varia dal 42% della Sierra Leone al 66% della Guinea, valori inferiori a quelli registrati nelle epidemie precedenti di EBOV.

Oltre 120 operat ori sanitari sono morti a causa della tramissione del virus avvenuta in ambient e nosocomiale, 24 nel solo ospedale di Kenema in Sierra Leone.

 

 

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